SALUZZO, RITORNO AL PASSATO: BREVE VIAGGIO CON SILVIO PELLICO


Spesso noi studenti non riusciamo a cogliere ciò che la storia può insegnarci, vedendola come un qualcosa di lontano, staccato dalla realtà, come se essa non riuscisse realmente a trasmetterci qualcosa di concreto, impedendoci così di apprezzare ciò che veramente lo studio di questa materia ha da raccontarci. Per questo motivo, la nostra insegnante di storia, la prof.ssa Emanuela Catalano, ha cercato di gettare un ponte, creando un contatto diretto tra noi studenti della classe 4^E del Liceo Bodoni e la storia del XIX secolo che stiamo affrontando in classe, con una semplice visita, l'8 aprile, alla Casa Museo Silvio Pellico a Saluzzo. Le pagine di storia studiate sui libri sono così diventate tangibili, e molto più vicine a noi: visitare la casa di Silvio Pellico non è solo stata un’esperienza che ci ha permesso di stare nello stesso luogo di nascita, di lavoro e di vita di quest’uomo, ma è come se avessimo conosciuto una parte della sua persona. Grazie ad un video di presentazione al personaggio e alle parole dirette della guida, siamo riusciti a conoscere Pellico, cogliendo alcuni suoi pensieri e gli istanti della sua vita, in modo molto più coinvolgente rispetto alla classica lezione frontale. Pellico, scrittore, poeta e soprattutto patriota italiano lascia una parte di se stesso a Saluzzo. È stato autore di molte opere importanti, tra cui la famosissima “Le mie prigioni”, frutto della sua prigionia allo Spielberg, per via della sua adesione alla Carboneria. All’interno del museo si ritrovano alcune delle opere originali, che trasmettono tanto solo a guardarle: sembra incredibile avere la possibilità di entrare a contatto diretto con dei manoscritti di duecento anni fa, arrivati fino a noi. Stesso effetto fanno gli oggetti a lui appartenuti, che sembrano quasi parlarci e ognuno di loro racconta una parte della vita di Pellico; gli occhiali, un rosario simbolo della sua fede, e molti altri cimeli. Ma ciò che colpisce di più è sicuramente una delle lettere scritta sulla carta igienica, composta durante la terribile prigionia; è incredibile pensare quanto il potere della scrittura sia stato immenso per Pellico, perché nemmeno gli anni di carcere gli hanno impedito di scrivere ma anzi lo ha tenuto in vita. La scrittura ha infatti avuto il potere di infondergli coraggio e speranza, anche nel periodo più buio della sua vita: in questo modo è diventata l’unico mezzo per sopravvivere. E le parole da lui stesso scritte lo hanno reso eterno.
Annalisa Perrone
4^E
Liceo Bodoni - Saluzzo

casa pellico 2022