Le quinte del Liceo Bodoni in visita a Casa Galimberti e MEMO4345
Lunedì 24 marzo, il Liceo Classico e Scientifico “G. B. Bodoni” di Saluzzo ha partecipato ad un’uscita didattica a Cuneo e a Borgo San Dalmazzo, che aveva come obiettivo quello di consolidare le conoscenze sulle bellezze del nostro territorio.
Accompagnati dalle professoresse Della Rocca e Russi, siamo andati alla scoperta della casa di Tancredi Achille Giuseppe Olimpio Galimberti. Ci è stato proposto un viaggio a ritroso nel tempo e nella storia di quest’influente famiglia, che intrecciò le proprie vicende con quelle cittadine e nazionali. Passando nelle stanze, si possono "gustare" opere d'arte di pittori famosi tra cui Lorenzo Delleani e Matteo Olivero, scultori come Bistolfi e Godet, una libreria di 20.000 volumi che spaziano dalla letteratura classica ai libri di cucina e respirare l'atmosfera culturale in cui è cresciuto Duccio.
Successivamente, ci siamo spostati in uno spazio per conoscere, capire, ricordare e interrogarsi: il MEMO4345, a Borgo San Dalmazzo.
In questo piccolo comune e nelle valli che vi confluiscono è passata, tra l’8 settembre 1943 e la Liberazione il 25 aprile 1945, la storia europea della persecuzione antisemita della prima metà del Novecento, sotto forma di persone le cui storie hanno coinvolto le vite degli abitanti di questi luoghi.
Dedicato alla memoria degli ebrei che sono passati di qui, abbiamo trovato altre risposte alle domande che ci poniamo su quello che è accaduto allora e su quanto questo abbia cambiato la gente di oggi, una storia di viaggi sulla terra e nell’animo umano. Una fascia cronologica continua dal 1870 al 1945, in cui si è preparata e consumata la tragedia della Shoah, e degli anni 1946-2020, in cui vengono rappresentate molte delle ideologie che hanno segnato il mondo di oggi. In questa corrispondenza siamo stati immersi ed interpellati, sentendo il dovere di conoscere nuovamente e ricordare i passi che hanno portato al genocidio e le responsabilità di opporsi ovunque si manifestino, come hanno fatto i Giusti.
Il Memoriale della Memoria più che una visita è stato un “tempo” per fermarsi a pensare e a guardare noi stessi nello specchio della storia. Ci ha ricordato che oggi, con il peso sulle spalle di allora, non possiamo continuare a vivere chiudendo occhi e orecchie, come se nulla fosse successo, come se tutto questo non ci riguardasse.
La giornalista Cristina Ricci, in un suo articolo scrive:
“A fare la differenza saranno tutti quelli che usciranno da MEMO4345 più consapevoli, capaci di scrollarsi di dosso il peso dell’indifferenza. Saranno coloro con la volontà di prendere posizione e di schierarsi non dalla parte della ragione declamata dai più forti, ma dalla parte della giustizia di chi spesso non ha voce”.
Concludo con la speranza che tutti i ragazzi che hanno vissuto quest’esperienza facciano la differenza.
Imelde Ghione, IIIK – liceo classico