DOCENTE DEL BODONI DIRETTORE D’ORCHESTRA IN ROMANIA


Constanta, Romania, 30 aprile 2022. Ore 18. Un’ora prima di uno spettacolo, il teatro è un luogo a due facce: silenzioso e quieto in sala e sul palcoscenico, brulicante di vita, tensione, aspettative, incoraggiamenti reciproci nei camerini. Il mio ingresso nel teatro un’ora prima dello spettacolo avviene al termine di alcuni giorni di prove nel teatro d’opera e balletto “Oleg Danovski” di Constanta, dove sono il direttore d’orchestra dell’opera “Rigoletto” di G. Verdi. La vita del musicista in generale, del direttore d’orchestra in particolare, è così: il tanto tempo per studiare la partitura al fine di conoscerne i più minuti dettagli, i giorni di faticose prove per costruire l’opera con solisti, coro e orchestra, tutto converge verso quel momento in cui si alza la bacchetta per la prima nota dell’opera; non c’è più la possibilità di pensare, di ragionare, di ripetere, l’opera inizia e bisogna andare avanti.
Come si prepara un’opera dal punto di vista del direttore? L’opera è uno spettacolo complesso, in cui agiscono tante componenti: i solisti, l’orchestra, il coro, il regista, gli attrezzisti, i costumisti, i truccatori e tanti altri. I primi tre di queste componenti, quelle più specificatamente musicali, vanno incontrate separatamente dal direttore. In ogni prova il direttore, che rappresenta l’unica volontà musicale che si deve perseguire, cerca di preparare solisti, coro e orchestra per far loro raggiungere quell’esecuzione ideale che ha in mente. Nulla va trascurato, dalla pronuncia al significato del testo per chi canta, dal modo di suonare all’equilibrio fra i vari strumenti dell’orchestra. E poi c’è il gesto del direttore, quei movimenti che dall’esterno appaiono quasi sciamanici e ispirati da chissà quale musa, e che in realtà hanno un significato preciso per chi suona o canta: il gesto del direttore è causa del suono, da ciò consegue che la mente del direttore è sempre in anticipo rispetto al suono; il gesto serve a comunicare in modo chiaro e non verbale la volontà musicale di chi dirige.
Inoltre, durante lo spettacolo bisogna essere in grado di gestire non solo la propria tensione, ma anche quella degli altri, in cui l’errore di chiunque è sempre in agguato e non può causare cataclismi che facciano crollare l’intera impalcatura musicale. E quando gli applausi finali suggellano questa serata artistica, cala l’adrenalina e subentra la consapevolezza di aver fatto arte, di aver creato qualcosa di bello per il pubblico e con il pubblico.
A seguito di tutto ciò, un aereo mi riporta a casa e a scuola, dove già il 2 maggio sono atteso al Liceo Bodoni per le mie lezioni di inglese. Se ognuno è il risultato delle proprie esperienze, ebbene, anche l’insegnante di inglese si deve sentire arricchito dal sé direttore d’orchestra.
Francesco Pellegrino
Liceo Bodoni - Saluzzo

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