PERSI NELLA DAD


Cronaca breve e frammentaria di un atteso ritorno

Quante parole abbiamo speso per descrivere l’ultimo anno e mezzo di scuola? Per alcuni decisamente troppe. La fretta di riappropriarci dei nostri spazi e di tornare ad una routine in qualche modo simile al nostro vecchio modo di stare a scuola impone di tagliare corto. Tanta fatica. Tutto sbagliato e profondamente inefficace. Frustrante. Come la ricerca di Atreju nelle Paludi della Tristezza di Fantàsia ne “La Storia Infinita” di Michael Ende. E i ragazzi? Secondo le voci più accreditate molti di loro sarebbero sprofondati come Artax, il compagno inseparabile del giovane cacciatore del Bufalo Purpureo… Smarriti. “In the shallow”, come canta Lady Gaga: tirati a fondo da lacune formative sempre più grandi e dalla solitudine forzata. Sarà davvero così, anche ora che la palude ce li ha restituiti? Cosa succede quando si prova ad andare oltre la retorica del “Come state?” e ad approfondire la questione?
“Prof… il problema più grosso è gestire l’ansia. A casa ci riuscivo. Mi sentivo al sicuro. Qui a volte esplode letteralmente”.
“Però è stato bello conoscere davvero i miei compagni. In prima e in seconda li ho visti poco e attraverso il video non è la stessa cosa… ora siamo una classe vera”.
Si, perché per i ragazzi che hanno iniziato il triennio il “liceo” fino a poco tempo fa è stato la griglia di Zoom e…
“lo so che il cellulare è una distrazione, ma per quasi due anni la scuola è passata attraverso questo schermo e ora certe volte non riesco proprio a staccarmene”.
Le voci dei ragazzi raccontano di una scuola che, dopo essersi sciolta nel web, sta lentamente ritrovando una forma solida. Sarà meglio o peggio di prima? È il momento di ascoltare e di tentare qualche coraggioso passo in avanti.
Andrea Delpiano e la 3^E
Liceo Bodoni - Saluzzo

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